lunedì 19 luglio 2010

I comitati spiegano le motivazioni dell'esposto sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore

IL COMUNICATO STAMPA


Il coordinamento delle associazioni ambientaliste del Chianti fiorentino ed il Comitato Chianti senza inceneritore hanno presentato un esposto presso la Procura di Firenze e ai NOE di Firenze concernente la vicenda delle ceneri del gassificatore di Testi, smaltite insieme ai silos che le contenevano dalla società SACCI.

I FATTI

Nel luglio 2009 la Provincia di Firenze ha dato autorizzazione alla costruzione di un impianto a turbogas di 50 MW proposto dalla società Volta srl all’interno dell’area del cementificio SACCI.

Tale impianto, peraltro osservato dalle associazioni ambientaliste e oggetto di un ricorso al TAR, si viene a collocare all’interno dell’area del cementificio di proprietà di SACCI spa, area contigua all’impianto di gassificazione (ora non funzionante) di proprietà pubblica (della società SAFI)

Dalla Relazione per lo STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE prodotto da Volta srl nel giugno 2006 siamo venuti a sapere che alcuni degli edifici in disuso appartenenti al vecchio cementificio sarebbero stati demoliti per fare spazio alla Centrale e che tra questi erano compresi dei silos pieni di ceneri provenienti dal gassificatore ora in disuso. La capacità di questi silos era di almeno 8000 mc per cui si parla di una quantità significativa di CENERI DA COMBUSTIONE DI CDR SICURAMENTE INQUINANTI, forse tossico-nocive

Dalla relazione si evinceva anche che il cls rimasto a contatto con sostanze fortemente contaminanti (1600 mc circa su 10.000 totali) sarebbe stato frantumato in sito e spianato a fare fondazioni, con possibile rischio di contaminazioni da infiltrazione di acque sotterranee.

Tale punto sulla presenza di ceneri da gassificatore e sulle metodiche per il loro smaltimento SCOMPARE in tutti i successivi documenti per le procedure di VIA, variante urbanistica, etc. prodotti dall’azienda nel corso dell’iter autorizzativi della centrale a turbogas, e non risulta osservato né da Provincia né da Regione né da ARPAT per le rispettive competenze.

Le demolizioni, sono state il primo atto della edificazione del nuovo impianto, e quindi sarebbe stato importante controllare che non venissero frettolosamente compiuti atti o passaggi con implicazioni potenzialmente dannose per la salute pubblica.

Preoccupati per tale situazione, abbiamo proposto alle diverse forze politiche di Greve in Chianti e di San Casciano di fare chiarezza sulle procedure di BONIFICA E SMALTIMENTO DELLE CENERI nei consigli comunali, in virtù della prioritaria funzione di tutela della salute pubblica svolta dal sindaco. Abbiamo perciò proposto una INTERROGAZIONE, che fatta propria da alcune forze politiche è approdata ai due consigli comunali

Le risposte che abbiamo ottenuto ci sono parse elusive o addirittura contraddittorie con atti o documenti concernenti la pratica e da noi visionati.

Il Comune di Greve ci ha cortesemente fornito il materiale cartaceo a sua disposizione concernente il Piano di Investigazione redatto dagli arch. Orlandi e Bronzi e da tali documenti emerge:

1.che il piano di caratterizzazione dell’area sembra tralasciare alcuni inquinanti SICURAMENTE presenti nelle matrici acqua e terra (quali mercurio o PCDD) in quanto emessi negli anni dal camino del cementificio, emissioni in parte sicuramente collegate alla combustione di CDR nel cementificio.

2.in un succinto documento della SACCI si dichiara alla ditta Moscatelli (incaricata dell’abbattimento dei volumi) che i silos sono stati BONIFICATI dalle ditte DEMONT e TESECO, con conferimento del materiale polverulento (Ceneri dei rifiuti del gassificatore) e dell’ETERNIT in discariche autorizzate. Ciò non viene supportato da alcuna informazione riguardante le analisi di tali CENERI o le discariche utilizzate, o la tipologia di bonifica attuata sui silos

3.Nella Relazione Tecnica prodotta per la ditta Moscatelli da GEOSTUDIO si accenna a una metodica di frantumazione degli edifici che prevede la demolizione di quelli più bassi e la realizzazione con tali materiali delle rampe per arrivare ai silos con il risultato che il materiale derivante dalla demolizione dei silos (rimasti a contatto per anni con ceneri da rifiuti) sarebbe ovviamente stato miscelato con il resto dei materiali, senza separazione delle due matrici. Di più, i macchinari irrorano il materiale per impedire la dispersione polveri, e in questo avrebbero facilitato evidentemente la commistione e eventualmente la trasmigrazione degli inquinanti.

Insoddisfatti dalle risposte delle amministrazioni comunali abbiamo chiesto come COORDINAMENTO AMBIENTALISTA un incontro alla Provincia, Direzione Ambiente e gestione rifiuti, ufficio PO VIA AIA e ARIA. Tale incontro, tenutosi nel novembre 2009 ha visto la partecipazione sollecita di molti tecnici degli uffici provinciali. Da tale incontro sono emersi i seguenti dati:

1.Durante il piano di dismissione si deve attuare un piano di investigazione sulla base di un piano predisposto dai tecnici di SACCI (che hanno campionato il suolo) ma che alla data dell’incontro non risultava ancora APPROVATO tale piano di investigazione mentre le demolizioni erano già state eseguite)

2.Forse si sarebbe anche potuto separare il materiale dei silos dal resto, ma NESSUNO (tra le amministrazioni coinvolte) HA CHIESTO AGLI UFFICI PROVINCIALI DI PRESCRIVERLO

3.Nonostante che nella Relazione di Geostudio si parli di un recupero di circa 10.000 mc di materiale, risultava alla Provincia una autorizzazione alla ditta Moscatelli per soli 4500 tonnellate di materiale (2000 mc circa)

4.in un controllo della POLIZIA PROVINCIALE i materiali depositati nell’area di cantiere non collimavano con le quantità che dovevano esservi

L’incontro con la provincia ci ha lasciato comunque tutti i dubbi dai quali era partita la nostra azione, in quanto noi non sappiamo ancora alla data di oggi quante erano le ceneri del gassificatore, cosa contenevano, dove sono state smaltite, come è stata attuata la bonifica dei silos, quanti erano e dove sono finiti gli inerti derivanti, che cosa c’era in tali inerti, chi ha mai verificato (se qualche istituzione pubblica lo ha fatto) le autoanalisi eseguite da SACCI, soggetto che ha gestito le ceneri contenute nei silos.

Queste sono le ragioni di merito che ci hanno spinto a presentare l’esposto.

A queste si sommano anche altre considerazioni che noi traiamo dai fatti esposti, e che hanno concorso a spingerci a tale passo:

1.La combustione dei rifiuti (in questo caso il Gassificatore) produce comunque altri rifiuti, spesso più pericolosi, e diffonde gli inquinanti nell’atmosfera, e quindi non RISOLVE IL PROBLEMA

2.Queste vicende dimostrano quanto sarebbe pericoloso e poco controllabile un POLO DEI RIFIUTI PRIVATO-PUBBLICO quale quello che si delinea a Testi

3.I privati coinvolti nell’impresa (SACCI e la multinazionale TRAFIGURA sua socia in VOLTA srl) hanno un passato che non testimonia sulla loro piena affidabilità ambientale

4.La prima vittima di questi progetti di combustione dei rifiuti è spesso la trasparenza e la pubblicità degli atti

5.i controlli pubblici e sanitari evidentemente non sono stringenti come dovrebbero

Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino

(Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra, Legambiente circolo “Il Passignano” Tavarnelle/San Casciano V.P., Legambiente circolo “Il Gallo Verde” Greve in Chianti, Medicina Democratica, WWF sezione toscana, Forum Ambientalista Toscano) Comitato Chianti senza inceneritore


luglio 2010

venerdì 16 luglio 2010

Mattanza di cervi e daini a Greve e San Casciano?

www.verditoscana.it - Comunicato stampa del 10 luglio 2010

Mattanza di cervi e daini a Greve e San Casciano?

E i cittadini che vorranno recarsi in quei comuni a passeggiare per le campagne, rischieranno di prendersi una fucilata?

La Provincia di Firenze ha recentemente approvato una delibera per l'attuazione del Piano faunistico, conseguente anche all’approvazione, da parte della Regione, della discussa l.r. 2/2010 "Modifiche alla l.r. 3/94 - (Recepimento della legge 11 febbraio 1992 n. 157 «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio»)": con tale atto si prevede l’eradicazione (leggasi sterminio – ndr) di cinghiali e daini da tutti i territori c.d. non vocati, dei cervi nell’intero territorio del Chianti e nelle zone di Pontassieve e Rufina.

Greve e San Casciano sono ad oggi i due comuni che stanno sollecitando la possibilità per gli agricoltori di abbattere gli ungulati, direttamente o avvalendosi dei cacciatori abilitati, prevedendo l'estensione della facoltà di deroga al calendario venatorio.

“Sono decisioni gravi – dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale dei Verdi – prese senza il coinvolgimento del mondo ambientalista, senza il supporto di dati scientifici (monitoraggi puntuali, censimenti) per valutare la dimensione reale del sovrappopolamento e individuare i tetti da stabilire per gli eventuali contenimenti: c'è ua forzatura anche rispetto allo stesso Piano faunistico provinciale per il quale l'eradicamento non è un obbligo, ma solo un’eventualità da considerarsi residuale”.

“La cosa incredibile è che la stessa Arcicaccia, si dice contraria l provvedimento”.

“Tutto ciò – continua l’esponente ecologista - incrementerà non poco il rischio per la popolazione residente o di passaggio nei territori aperti a causa di una situazione di caccia permanente: di fatto, stiamo assistendo a livello locale ad una totale resa verso le posizioni più oltranziste e ideologiche del mondo venatorio che è invece responsabile principale del problema ungulati con i ripopolamenti di cinghiali alloctoni e con la pasturazione degli stessi nelle cattive annate per consentirne la prolificità”.

“Invito – termina il Consigliere regionale dei Verdi – Provincia e Comuni a ripensare subito i propri orientamenti: tutela della biodiversità , tutela dell'ecosistema e attività agricola devono trovare un giusto equilibrio non attraverso lo sterminio indiscriminato degli ungulati, ma tramite una gestione attenta del territorio con prelievi selettivi, rispetto dei corridoi di transito, limite alle recinzioni private e agricole, divieto di pasturazione e di introduzioni di specie non autoctone".

Nel frattempo, è bene che i cittadini sappiano di queste scelte irresponsabili e ci sentiamo in dovere di metterli in guardia: se si vuol fare ua passeggiata per godersi la campagna, è bene tener presente che, se i due Comuni e la Provincia perseguiranno in questa scelta, nei pressi di San Casciano e Greve potrebbe esserci il concreto rischio di prendersi una fucilata, anche fuori del tradizionale periodo di caccia"

Mauro Romanelli - Consigliere Regionale Verdi

sabato 10 luglio 2010

Esposto dei Comitati del Chianti sulla vivenda delle ceneri del gassificatore di Testi

Lunedì 12 luglio, alle ore 12:00,

presso la sala stampa Montanelli del Consiglio Regionale della Toscana (Via Cavour, 4 – Firenze – 1° piano) il coordinamento delle associazioni ambientaliste del Chianti fiorentino ed il Comitato Chianti senza inceneritore presentano alla stampa l’esposto da loro depositato in Procura e ai NOE di Firenze concernente la vicenda delle ceneri del gassificatore di Testi, smaltite insieme ai silos che le contenevano, dalla società SACCI.
Una vicenda ambigua e contraddittoria sulla quale i comitati e le associazioni ambientaliste ricorrono alla giustizia per avere certezze e trasparenza.


All’incontro con la stampa saranno presenti:

Mauro Romanelli - Consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi
Monica Sgherri - Consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi
Lucia Carlesi - Consigliere comunale San Casciano
Paolo Stecchi - Consigliere comunale Greve in Chianti
Esponenti del Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino (Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra, Legambiente circolo “Il Passignano” Tavarnelle/San Casciano V.P., Legambiente circolo “Il Gallo Verde” Greve in Chianti, Medicina Democratica, WWF sezione toscana, Forum Ambientalista Toscano) e del Comitato Chianti senza inceneritore.

Sono invitati i Comitati della piana.
 

Info

Questo sito è nato per volontà del Comitato delle Associazioni per tutela dell’ambiente e del territorio attive nel Chianti fiorentino, come archivio dei molti materiali raccolti e, attraverso contributi e segnalazioni di tutti, singoli e associazioni, con l'intento – oltre che di informare gli interessati della situazione attuale – di coordinare eventuali azioni da intraprendere.

Chianti Ambiente e Territorio - Iniziative per la tutela e la promozione del territorio in una prospettive di sostenibilità ambientale