La lottizzazzione “STIANTI” prende il nome dall’omonima tipografia che sorgeva sull’area interessata all’intervento, nel cuore stesso del paese di S.Casciano. Tutto cominciò nel 1892, quando Francesco Stianti traslocò la Tipografia Editrice “Fratelli Stianti” da Oltrarno a San Casciano. Dalla stamperia passava la parte nobile della grande cultura fiorentina della prima parte del Novecento. I primi scritti di Giovanni Papini per fare un esempio. O, più tardi, il volume del Guglielmino che raccoglie tutta la cultura italiana del XX secolo.
All’“urlo della lupa” – così veniva definita dai sancascianesi la sirena dello stabilimento – in un certo periodo rispondevano presente 400 dipendenti. “Stianti” ha rappresentato per San Casciano benesse, emancipazione, cultura, sentirsi «in città». Negli anni ‘90 il trasferimento dell’Azienda in un nuovo stabilimento al Ponterotto. Poi, tutto finito. Fallimento. Inizia così una vicenda legata alla ristrutturazione dell’area occupata dalle officine che porta alla costruzione di 154 nuovi appartamenti, un terminal per BUS, ed un parcheggio multipiano. Ma è la costruzione degli appartamenti che scatena le polemiche, sia per l’impatto visivo ed ambientale che essa produce, sia per una serie di polemiche legata ad abusi edilizi che sfogano addirittura in una interrogazione parlamentare.